mercoledì 3 settembre 2014

Mercoledì 30 luglio Tappa 6 - Rodi Garganico (FG) to Trani (BAT)

Anche questa mattina svegliamo il gallo e belli pimpanti, ci presentiamo per la colazione.
Oggi penultima tappa che ci porterà a girare intorno al Gargano con arrivo a Trani.
Scendiamo nella hall per la colazione, ma dobbiamo attendere le 8 per l’apertura delle danza, i gestori se la prendono comoda. Ci sediamo sotto il gazebo dell’ingresso e tra un sms, una chiacchera e due coccole ai gatti che affollano l’albergo aspettiamo la carica di calorie da smaltire lungo il percorso.
Alle 08.15 la hall si apre, e anche i nostri stomaci. Iniziamo dal salato per concludere con il dolce, caffè o cappuccino secondo i gusti.
Va in onda il consueto rituale, quindi lavaggio denti, vestizione, preparazione e carico bagaglio sulle bici, e prima delle 9 siamo in sella, pronti per goderci la giornata di sole.

Attraversiamo il centro di Rodi e puntiamo verso il mare sulla panoramica SS89. Alla nostra sinistra si apre il mare adriatico, alla nostra destra il verde promontorio.
Percorriamo i primi km accompagnati dal trenino delle ferrovie del Gargano, intravvedo il macchinista che gesticola perché vorrebbe cambiare il suo locomotore un po’ spompo, con la nostra locomotiva Panzerwaizen.


Non raccogliamo l’offerta e proseguiamo senza curarci di lui. La giornata è splendida, ottima per pedalare con la brezza marina che ci accarezza il viso, la gamba che risponde bene, e il gruppo che prosegue compatto. Percorriamo parte della foresta umbra, ci godiamo l’adriatico dall’alto, prima di salire verso Peschici per la sosta caffè.
Verso Peschici
La salita è corta, ma presenta pendenze notevoli che in un attimo ci conducono verso il centro storico, dove percorriamo le sue stradine insidiose alla ricerca di qualche scorcio suggestivo. Su indicazione ci Tiziano, promosso Cicerone sul campo, ci fermiamo sulla piazzetta del castello per cercare lo scatto giusto che fissi indelebilmente il momento.
Peschici
Locomotore con Panorama
Il panorama merita, ma dobbiamo proseguire. Avanziamo con circospezione sullo sconnesso pavé e sulla rampa che ci porta fuori dal centro storico accade il fattaccio….
Io e PanzerAngelo passiamo indenni, ma un secco TACK dalla ruota posteriore di Tiziano ci fa presagire il peggio.
Eh si, ha rotto un raggio. Non ci perdiamo d’animo, e dopo aver pronunciato il rosario, ci mettiamo alla ricerca della soluzione migliore. Prima ipotesi cerchiamo un ciclista che ripari la ruota, seconda raggiungere Manfredonia dove il nostro Tiz potrà prendere un treno che lo porti a Monopoli dove un ciclista, amico di Lucio, potrà rimediare al danno.
Rapido consulto. A Peschici non troviamo nessuno che sia in grado di riparare la ruota, decidiamo quindi di proseguire come da piano in direzione Vieste, cittadina un po’ più grande, dove le pagine gialle on line ci indicano la presenza di meccanici. Fissiamo il raggio alla bell’e meglio e ripartiamo. Fortunatamente Tiziano è il più leggero del gruppo, ma non basta, dopo pochi km il cerchio si piega.
La ruota tocca, ci fermiamo per controllare che sia possibile proseguire senza troppi rischi. Allarghiamo il freno, ma il problema principale è lo sfregamento sul carro posteriore. L’attrito è minimo, ma rende la bici insicura. Speriamo che la ruota si sia assestata e che ci permetta di raggiungere il primo ciclista. Mancano poco meno di 20 km a Vieste, e la SS52 non è delle più agevoli. Usciti da Peschici si pedala su un bel mangia e bevi nella macchia mediterranea, gli strappi non sono lunghi e le discese non troppo ripide, ma proseguiamo a mezzo gas scortando Tiziano.


La vista é meravigliosa, ma non riusciamo a godercela appieno, perché seguiamo ipnotizzati i cartelli chilometrici e con l’orecchio teso agli scricchiolii che provengono dalla coda del treno.
A 6 km da Vieste, dopo una curva butto l'occhio sulla sinistra e davanti ad un campeggio fa bella mostra uno striscione della Scott.
Miraggio
Fermata immediata e inversione, sullo stendardo c'é scritto che effettuano anche riparazioni. Entriamo nel camping Villaggio degli Ulivi e chiediamo del ciclista. Il gentile gestore ci indica la retta via e in un attimo la bici del nostro Tiz è nelle mani del dottore… La pronuncia teutonica del simpatico riparatore ci fa ben sperare… Ma purtroppo lo specialista ripara solo MTB, prova ad adattare qualcosa, ma non riesce a rimediare al danno. C’è comunque d’aiuto, sistema la ruota per limitare le pericolose oscillazioni e ci indica un ciclista in quel di Vieste che potrà risolvere il problema.

Ringraziamo, salutiamo e continuiamo la marcia di avvicinamento al pit stop. Le indicazioni sono dettagliate, ci portano nel posto giusto. Siamo un po’ perplessi, davanti al negozio al posto delle bici ci sono le bombole del gas!!! Chiediamo se ci siamo sbagliati o se è in grado di rimetterci in viaggio con la ruota riparata. Il nostro Mc Giuseppe Gyver ci rassicura e prende in consegna la bici dal nostro Tiz mentre io ed Angelowaizen cerchiamo un supermercato per il rifornimento idrico. Lo troviamo poco distante, recupero 3 bottiglie d’acqua e ci sediamo nel parcheggio di fronte alle biciclette in attesa di news d Tiziano. Mentre ce la chiaccheriamo esce dal negozio un addetto che ci chiede da dove arriviamo, tosto Angelo risponde: da Milano! Il nostro interlocutore strabuzza gli occhi e risponde: non ci credo! Non è la mattinata giusta, Panzerwaizen raccoglie tutta la sua diplomazia e risponde: peggio per te! Alle parole del nostro locomotore l’addetto sparisce dietro la vetrina.
Io guardo l’orologio che corre veloce, sono le 11.30 e abbiamo percorso 30 km dei 180 previsti… incominciamo a pensare che arriveremo con il buio, forse! Finalmente alle 12 ci chiama il nostro per dirci che è tutto in ordine, ed è pronto per raggiungerci. La telefonata ci rianima, Tiziano fa il pieno d’acqua e ci lasciamo Vieste alle spalle imboccando la statale 89 in direzione Mattinata.
La strada è molto panoramica, la salita che porta al valico del lupo ci sorprende, sia per la bellezza del percorso che per la sua lunghezza… E’ una lingua di asfalto arroventata dal sole delle 13 che in una ventina di km ci porta allo scollinamento. Foto di rito e via per la godibilissima discesa, affrontata in sicurezza dopo la riparazione.
Panorama dal Valico del lupo
In un attimo planiamo sul centro di  Mattinata, l’ora di pranzo è passata da un pezzo, ma la vista della risto/pizzeria Tio pepe ci suggerisce che è ora di un po’ di carboidrati. Il personale è cortese, ci fa accomodare in veranda vista biciclette. Il locale è molto carino, il caso ci ha fatto scegliere molto bene. La pizza non è disponibile, optiamo per un piatto di spaghetti con le vongole e la solita media!
Mentre mi lavo le mani il nostro uomo della cascina irrompe in bagno porgendomi il telefono… resto basito, ma Angelo mi informa che dall’altra parte dell’etere c’è il mitico Pierino Garbelli, Sindaco di Zibido per il progetto del cubetto! Prendo la telefonata, ci accordiamo per aggiornarci dopo il periodo di vacanza. Ci riprendiamo dall’emozione e torniamo al tavolo.

Locomotore con percorso mancante
Il piatto di spaghetti è molto invitante, in un attimo si trasferisce nei nostri stomaci, in compagnia della bionda. Dopo aver saziato la pancia è ora di fare il punto della situazione… sono le 15, mancano 90 km all’arrivo a Trani.

Ci guardiamo un po’ perplessi, ma non abbiamo scelta. Salutiamo il simpatico gestore che ci omaggia di una bottiglia di acqua e ci rimettiamo in marcia. Il giro del Gargano continua e ci illumina con i suoi scorci suggestivi, la strada prosegue con un susseguirsi di saliscendi fino a Manfredonia. Il panorama cambia radicalmente, lasciamo i boschi e il mare per il porto e la zona industriale della provincia dell’antica Siponto, mi torna in mente il detto “fuggi da Foggia”, che modifichiamo in fuggi da Manfredonia!
Lasciamo la strada statale garganica e affrontiamo adesso la parte meridionale del tavoliere delle Puglie, un lungo pianoro desolato che sembra interminabile. Pedaliamo con cambi regolari, con il ticchettio dell’orologio che batte nel cervello. Il paesaggio è tutto uguale, l’unica differenza che riesco a percepire sono i nomi delle località. Ci fermiamo per il consueto caffè e rifornimento in un bar a Zapponeta, probabilmente l’unico. La strada é deserta, il gestore del caffè sembra uscito da un film di Sergio Leone o Quentin Tarantino, ci serve in modo automatico senza profferire verbo. Anche noi non siamo di molte parole, incominciamo ad essere stanchi e la meta è ancora distante. Terminato il pit stop ripartiamo in direzione Margherita di Savoia (scopro poi essere luogo di villeggiatura del mitico Sabino, aka manetta’s street writer).
Sabino manetta inside|
Continuiamo sull’interminabile rettilineo che costeggia la riserva naturale delle saline, il traffico è minimo, si pedala bene, se non fosse per l’asfalto parecchio rovinato. Poco dopo le 18 arriviamo in quel di Barletta, costeggiamo il castello, ci fermiamo per il rifornimento e per il punto mappa, oramai siamo in dirittura d’arrivo, ci si legge anche in faccia!
Problema scongiurato, ghigno pericoloso!
Il sole è ancora alto, questo ci rincuora, abbiamo scongiurato la penombra. PanzerAngeloWaizen si rimette alla testa del convoglio e ci trasporta rapidamente in scioltezza nella città che si affaccia sulle Murge settentrionali.
Convoglio compatto
Alle 18.45 passiamo sotto il cartello che ci annuncia il benvenuto nella città di Trani.
Pacche sulle spalle e la tensione del pomeriggio si dissolve immediatamente.
Ingresso a Trani
Raggiungiamo il B&B sulla piazza della cittadina, parcheggiamo le bici e prendiamo possesso dell’appartamento.
Finalmente doccia, e pediluvio con il sale!!! Lascio i compagni d’avventura in relax, e faccio un salto a recuperare il foille. Il dolore della puntura di vespa mi ha tormentato tutto il giorno. La passeggiata lungo il corso per rientrare al B&B è interessante. Vengo sopraffatto dal profumo di un panettiere/tarallificio, che saccheggio immediatamente. Porto i viveri in camera, condivido la spettacolare specialità e tra un boccone e l’altro organizziamo la serata. Chiediamo lumi al gestore che ci indica alcuni ristoranti. Prendiamo il corso principale, passeggiamo guardandoci attorno, ci ispira il ristorante Portanuova. Ci rapisce il menu, ci accomodiamo e ci facciamo consigliare le specialità dalla maitrecameriracuoca. Finalmente con le gambe sotto al tavolo stemperiamo lo stress della giornata, l’indomani ci sarà la conclusione dell’avventura. La serata prosegue con un gelato da passeggio, la telefonata a casa e quattro chiacchere per la definizione degli ultimi dettagli per il percorso verso Torre Canne.
A cena di corsa, poi relax!
Ci ritiriamo nelle stanze alle 23, con la piazza animata da canti e balli, l’anima degli ... loro!