mercoledì 4 luglio 2012

Armà roundtrip

ebbene si, sabato ci siamo sparati il tour dell'Armà.
Partenza da Milano alle 7.
Durante l'ascesa in auto incrociamo il mito che scendeva a valle per la spesa.
Arrivati in altura ci concediamo un caffè e scambiamo 4 chiacchere con Miriana chiedendole se ci metteva da parte gli “avanzi” del pranzo.

Ore 9.15 con 18 gradi, ci mettiamo in sella, e via, discesa rapida sul versante piemontese verso Cosola, Cabella Ligure.
L'aria è frizzante, risveglia l'animo e il panorama lo fortifica in vista della prossima ascesa.
Arrivati al bivio primo stop, via la mantella e si inizia a salire.
Incontriamo qualche sparuto ciclista che chiaramente ci passa via...
Noi non ci curiamo di lui e procediamo con il nostro passo.
Si sale verso Carrega, saltiamo la fontana del paese e procediamo verso le Capanne.
Arrivati al culmine un paio di cani decidono di rompere la quiete, e non solo quella, inseguendoci...
un paio di versi e un rutto li hanno fatti desistere.
Sulla cima al passo del Gorreto ci si ferma per uno sguardo sulla vallata sottostante.
Il panorama spazia e a tratti sembra di sentire il profumo del mare.
Ma non vogliamo perdere troppo tempo, il pranzo ci aspetta e quindi dopo aver indossato nuovamente la mantella ci fiondiamo in discesa.
Saltiamo la digressione per il Brugneto che affronteremo prossimamente e scendiamo verso Fascia.
Strada ben asfaltata e in molti punti la larghezza permette di godersi il panorama anche se le velocità sono sempre elevate.
Arriviamo al fondovalle e via sulla 45 in direzione Piacenza, anche se il cartello che indica Genova a 44 km è molto invitante...
Fermata a Isola, dove si mormora l'esistenza di una fonte le cui acque ringiovaniscono... non credo sia vero, ma senz'altro concedono un rinfresco dalla calura che oramai, visto l'orario, si fa’ sentire.
Procediamo sulla statale in leggera discesa fino a Ottone (le battute con il "creatore" di lampade si sprecano).
Al bivio per Zerba ci aspetta l'ultima fatica della giornata.
Si risale la montagna che si staglia imponente davanti ai nostri occhi.
L'ascesa verso il paese è piacevole... fa' un po' caldo, ma la gamba risponde alla bisogna e in una trentina di minuti siamo sotto al gazebo di fronte alla fontana.
Cambio dell'acqua e si riparte non prima di aver sfanculato le uniche 2 macchine in giro in paese alle 13 che ci sorpassano e si fermano subito dopo a conversare con un "aborigeno" del luogo.
La strada che ci riporta all’albergo è spettacolare, letteralmente “attaccata” al fianco della montagna.
Si gode un panorama incredibile e, guardando dal parapetto, permette di capire il percorso fatto sinora.
Si procede nella calda solitudine scambiando 2 chiacchere sul percorso.
La strada scorre sotto le ruote, a tratti anche in leggera discesa, ma in ogni caso si sale, anche se non sembra, solo l’utilizzo del 21/23 ci riporta alla realtà.
Incrociamo l’abitato di Vesimo con il primo degli strappi taglia gambe, poi Pey dove ci fermiamo per riempire le borracce e rinfrescare il cranio oramai in ebollizione.
Gli ultimi strappi, il caldo e la fame che si fa sentire, trasformano i km finali in un calvario, facendoci procedere per forza d’inerzia fino al bivio con il Giovà.
L’ascesa verso il Pian dell’Armà sembra quasi in piano, ci spinge avanti l’idea di essere seduti con le gambe sotto al tavolo.

Arriviamo  all’albergo alle 14.
Ci diamo una rinfrescata con l’acqua ghiacciata della fontana, ci cambiamo e ci infiliamo a tavola.
Qui ci aspetta un piatto di gnocchi al sugo.
Rhino li spazzola in un attimo, io faccio fatica ad ingurgitare cibo solido e non è da me!!
Finisco il piatto con molta fatica, e butto giù un goccio di bonarda…
Digerisco in un secondo, e mi sento già mooooolto meglio.
Si procede con carni lesse e qualche fetta di cotechino.
Per finire ci viene proposto del dolce che decliniamo a favore del formaggio, secondo la tradizione che “la buca l’è minga straca se la sa no devaca!”
Caffè che il grande Luigino ci porta insieme ad una grappa da degustare in veranda!!!

Che dire, la voglia di rientrare al caldo non c’è, ci godiamo i 22 gradi senza umidità fino alle 17 quando  il dovere ci richiama.
Scendiamo verso casa dopo aver salutato e ringraziato della gentile ospitalità il simpatico Luigino e ci diamo appuntamento alla prossima, magari in notturna!
Per dovere di cronaca al rientro a Milano c’erano 36,5 gradi!!!

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